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Macchine per scrivere - l'ingegneria al servizio della scrittura Quando il computer non
esisteva!
Questa pagina luglio 2012
stampa inizio Novecento
Gente
di Internet, lo sapete che una volta (e mica un secolo fa...) il
computer NON esisteva? Esistevano delle macchine complicatissime, degli
scatoloni pieni di schede elettroniche di dubbia affidabilità e di
scarsissime potenze di calcolo, ma il personal computer era ancora di
là da venire. Bene,
in quell'epoca la gente per scrivere, per lavorare, per rapportarsi con
le altre persone doveva usare la macchina per scrivere. E lo ha fatto per un secolo.
Disegno criscaso 1982
Ecco, lo so che ho dato una grossa spallata alle vostre radicate convinzioni... pensate che addirittura nel mondo c'è gente che sostiene che nel 1969 due americani vestiti di buffissime tute hanno camminato sulla luna... bof, il mondo è pieno di gente menzognera. Però DOVETE credermi, è proprio così. La macchina per scrivere è nata concettualmente nel Settecento ma solo nel diciannovesimo secolo ha visto la sua reale diffusione. Non farò qui la storia della macchina per scrivere partendo dal cembalo scrivano per arrivare alla Olivetti ET 2450 di sinistra memoria (per questo arriverà un testo apposito e originale!), però in questa pagina metterò poco per volta qualche ricordo di gioventù personale e qualche dato storico probabilmente poco conosciuto. Il mio lavoro verte sulle macchine per ufficio e in tanti anni ho visto cose semplicemente stupende ed incredibili. Inoltre ho la possibilità di fotografare macchine bellissime e ancora sconosciute ai più.
Poster pubblicitario Olivetti per la M20 La macchina per scrivere è il trionfo della meccanica di precisione e la macchina calcolatrice è un vero miracolo dell'ingegno umano. Davanti ai miei occhi sono passate migliaia e migliaia di macchine per ufficio e io stesso sono in grado di mettere le mani su alcune di esse per smontarle, ripararle e... rimontarle sì da renderle nuovamente efficienti e pronte a lavorare per la gioia dell'utente che NON usa il computer per i più svariati motivi. Non so se per voi possa essere motivo di gioia, ma sappiate che anche nel nostro paese, finalmente, la macchina per scrivere ricomincia ad essere apprezzata: non solamente a causa della crisi economica globale... ma anche per via di alcuni indubbi vantaggi rispetto ai computer: la facilità d'uso e la grande sicurezza! Scrivendo con una macchina per scrivere nessuno potrà MAI controllare la vostra identità e MAI capiterà di perdere i vostri dati, semplicemente se userete, magari, un foglio di carta carbone! Scherzo, ma non troppo: in altri paesi, Stati Uniti in testa, esistono numerosissimi clubs e associazioni di appassionati di macchine per scrivere ed è in corso da qualche anno un rifiorire di attività legate a questo gioiello della meccanica. Devo
dire fin d'ora che non è per nulla facile smontare e rimontare una
macchina per scrivere o una calcolatrice meccanica: questo è un lavoro
solamente per seri professionisti ed è un lavoro oscuro e
misconosciuto, avaro di soddisfazioni economiche ma denso di
soddisfazioni personali poiché spinge il cervello a sviluppare
inventiva, capacità critica, di osservazione, di logica, di modifica e
di costruzione. Non c'è paragone con altre attività anche molto
interessanti. Chi dice che costruire un modello di razzo sia difficile deve
prima vedere quanti pezzi sono contenuti in una Olivetti
Divisumma 24 (circa TREMILA) e sapere che esiste gente (molto
anziana oggigiorno) in grado di togliere TRECENTO pezzi per sostituirne
uno all'interno. E bisogna credere che la macchina deve essere poi
rimontata con precisissime fasature, rispettando un precisissimo e
rigoroso ordine cronologico per poi essere in grado di funzionare e
poter svolgere il lavoro per cui essa è stata progettata. Dico che
riparare una calcolatrice meccanica equivale al lancio di un missile
spaziale per complessità di procedure, per l'impegno che richiede e per
la precisione che è necessaria. E solo dopo molte ore di
lavoro la macchina è... pronta al "lancio" e il momento del
suo collaudo è qualcosa di tremendo, di ansiogeno ed è il momento della
verità: se qualcosa prima è andato storto per disattenzione o per un
piccolissimo errore, la macchina NON funzionerà e addirittura potrà
riportare seri danni. Se tutto è stato svolto alla PERFEZIONE la
macchina "canterà" e il riparatore si sentirà come il direttore di
lancio del Saturn V.
Queste sensazioni per me sono NORMALI perché ancora oggi io lavoro con le macchine per ufficio e mi capitano ancora abbastanza spesso. Qui sotto alcune bellissime macchine che ho riparato recentemente. Se avete una vecchia macchina per scrivere e volete rimetterla in funzione, contattatemi per un appuntamento e vedremo di riportarla in vita
Pubblicità Olivetti per la
Valentine. Nella realtà, i cani sono tra i peggiori nemici di una
macchina per scrivere. Potrei raccontarvi un mucchio di aneddoti e di
disgrazie con i due elementi "associati". Qui la Olivetti intendeva
associare la fedeltà del cane a quella della macchina per scrivere. Mai
paragone fu più azzardato: la Valentine non era un campione di
affidabilità e il cane non va d'accordo con la meccanica!
* * * * * Macchine per scrivere che ho personalmente riparato o accarezzato!
Olivetti Diaspron 82 Macchina per
ufficio manuale degli anni Sessanta. Affidabile, precisa e robusta,
progettata per lavorare moltissime ore al giorno. Non stanca
l'operatore grazie al cinematico particolarmente efficiente, basta che
la postura al tavolo di lavoro e alla sedia siano appropriati. Ancora
oggi riparabilissima.
Olivetti Lettera 22 In
Italia è stata resa famosa dai grandi giornalisti, Indro Montanelli ed
Enzo Biagi, che ogni tanto la citano persino nei propri articoli. E' un
gioiello degli anni Cinquanta, meccanica stupenda e di precisione,
anche se non di eccelsa qualità della scrittura. Insomma, un muletto
affidabilissimo su cui contare in qualunque momento. Robustissima, è in
grado di funzionare anche se molto usurata: infatti chi ce l'ha in casa
se la tiene stretta e la tramanda ai figli. Ahimè, i figli delle ultime
generazioni non capiscono che gioiello hanno in mano e la dimenticano
in cantina, facendola arrugginire... Ne riparo ancora parecchie perché
i giovani che vogliono fare giornalismo devono fare l'esame di Stato
per forza con la macchina per scrivere e siccome non vengono più
prodotte, consiglio sempre di portarmi la vecchia macchinina del papà o
del nonno, che la sistemo abbastanza bene per correre il GP
dell'esame.
Questa celebre foto ritrae Indro Montanelli seduto su una pila di libri al lavoro su una macchina per scrivere. Molti riferimenti dicono che si tratti della sua inseparabile Lettera 22 ma evidentemente la macchina che ha sulle ginocchia NON è la Lettera 22. Potrebbe essere la piccola Olivetti degli anni Quaranta.
Olivetti Lettera 32
La meno
mitica Lettera 32, modello nato per sostituire la stupenda Lettera 22.
E' una macchina degli anni Settanta, progettata soprattutto per
facilità di produzione. E' la classica macchina per scrivere che si
teneva in famiglia, tutte le famiglie ne avevano una o la volevano,
pensando ai figli che dovevano entrare nel mondo del lavoro e sapere
usare la macchina per scrivere poteva dire avere qualche occasione
migliore. Non è un problema ripararla ancora per qualsiasi
inconveniente.
QUI un intervento di riparazione su una Lettera 32 caduta. Olivetti ICO ICO sta per "Industrie Camillo Olivetti". La prima macchina per scrivere portatile Olivetti si chiama, piuttosto prosaicamente, MP1, ma diventa subito famosa con il nome "Ico" per via dello stemma che appare sulla seconda serie. Questa portatile nasce agli inizi degli anni Trenta ed è una vera macchina per scrivere portatile, dotata di una valigetta di legno ricoperta in carta nera. Il fondo della valigetta rimaneva fissato alla macchina per mezzo di due levette, quasi tutti la usavano con il fondo attaccato. La piccola ICO è oggi ancora rinomata ma quasi spariti sono i ricambi, per cui la riparazione diventa un po' ardua e spesso bisogna ricorrere a ricostruzioni di parti meccaniche o anche a cannibalizzare altre macchine uguali. La MP1 è molto delicata perché prodotta in tempi di autarchia (materiali poveri e di scarsa resistenza), ma è davvero carinissima. Ancora oggi si può osservare funzionante da qualche parte. In versione con la finitura a buccia d'arancia grigio è relativamente più giovane, la prima serie ha la verniciatura nero lucido ma è stata prodotta in sei colori. Se bella di carrozzeria e perfettamente funzionante, può valere ancora parecchio.
Foto criscaso. Ed ecco la ICO pronta a scrivere su un candido foglio di carta. Incredibile, vero? Eppure, dovreste provare a picchiare sui tasti di questa macchina: i martelletti vengono azionati dai tasti mediante ingranaggi invece che tiranti e la battuta è precisissima e dolcissima.
Foto criscaso. Particolare dei caratteri della Olivetti ICO (anni '30). Questa macchina per scrivere è una stupenda portatile impiegata da giornalisti, medici e scrittori fino agli anni '40. Molto delicata, ha anche un certo valore commerciale, ma SOLO se in perfette condizioni
Olivetti Valentine Famosissima macchinina dei primi anni Settanta. Design modernissimo e giovane, era apprezzata dai giovani giornalisti. La meccanica è quella della Lettera 32. Particolare curioso: la valigetta era una specie di cestino entro cui la macchina si infilava dall'alto e rimaneva agganciata con due gommini. Infatti sul retro della macchina c'è il coperchio della valigetta con la maniglia basculante. I giornalisti usavano la valigetta verticale come cestino per la carta straccia.
Una Valentine passata per le mie mani.
Olivetti Studio 42
Anni
Quaranta. Non è proprio una portatile, è una macchina per scrivere da tavolo
che può essere "spostata" perché era venduta con una valigetta di legno
rivestita di carta. Piuttosto delicata nella meccanica, è molto bella
ed elegante con manopole in bachelite. Se le manopole non sono
disintegrate (introvabili) e se la macchina non è caduta rovinosamente,
è possibile ancora farla scrivere. Non darà certamente mai una
scrittura perfetta ma farà la sua figura di oggetto di altri tempi. Olivetti M40 La mitica Olivetti M40. La macchina per scrivere manuale per ufficio, che invase gli uffici di Italia e del mondo. Ce ne sono ancora tante in giro perché prodotta in numerosissimi esemplari. Sono particolarmente affezionato a questa macchina, che ancora oggi è in funzione presso alcuni affezionati anziani amici, perché è un gioiello di macchina. Progettata e realizzata durante gli anni immediatamente precedenti alla seconda guerra mondiale, è costruita con soluzioni tecniche stupefacenti ma nel contempo con materiali poco robusti, specialmente i martelletti che sono in metallo tenero e tendono a deformarsi con l'uso intenso. Ma possiede una tastiera con un tocco dolcissimo perchè ogni cinematico è dotato, singolarmente, di un microscopico cuscinetto a sfera. Il tocco su questa macchina è straordinario. Chi la possiede, se in ottime condizioni, ha certamente un piccolo capitale in mano. Adler Junior 12
Questa è
una macchina per scrivere da studio, vale a dire non propriamente
portatile, bensì... "campale"! Tedesca, precisissima e fatta con
materiali eccellenti, è piuttosto delicata e richiede costante cura se
vogliamo avere un'eccellente scrittura. Anni Sessanta, con una
valigetta arrotondata che la rende faticosamente trasportabile, dato il
peso. Il caratteristico rumore della sua scrittura (tek tek tek) è il tipico marchio
di fabbrica della meccanica di precisione tedesca.
Adler Tippa In pratica, è l'equivalente della Olivetti Lettera 22, ma non così famosa, almeno in Europa. In Germania sì, evidentemente. E' una portatile di elevata precisione, certamente superiore a quella di cui era dotata la rivale italiana, ma più delicata e quindi più soggetta a visitare i centri di assistenza. Molto sottile e leggera, è una macchinina di altissima classe. Hermes Baby '70s E questa è la portatile degli anni Settanta realizzata in Svizzera. Inutile dire che è quasi un orologio, per precisione e per qualità della scrittura, addirittura a livelli migliori della Adler Tippa di cui sopra. E' un gioiello e ancora oggi ha quotazioni elevatissime se in ottimo stato. Hermes Baby '50s
La versione
più antica della macchina di cui abbiamo appena parlato. Ultrapiatta,
carrozzeria di lamiera sottilissima, è carinissima e ha un design
caratteristico, caratterizzato dalle coperture delle bobine del nastro
apribili lateralmente mediante cerniera. Sì, insomma, due "orecchie"
basculanti. Non c'è pericolo di perdere la cappottina, ma le due parti
di metallo leggerissimo tendono a deformarsi facilmente. Se ne avete
una in casa avete un capitale in mano.
SIM N. 6 E' una delle tante marche italiane sorte e morte negli anni Trenta-Quaranta, in tempi di autarchia e di crisi degli approvvigionamenti. All'epoca si dava molta importanza alla filosofia dell'arrangiarsi e nello stesso tempo del costruire macchine che dessero alle aziende italiane attrezzature necessarie senza doverle importare. Le aziende produttrici di macchine per scrivere fiorirono e spesso ebbero vita breve, quasi sempre acquistate o rilevate al fallimento da Olivetti. Questa macchinina è piuttosto rara, carina e difficilmente riparabile se guasta in maniera grave. Swissa Piccola Modello particolare della Hermes, con un diverso marchio di commercializzazione. Ma per nulla economica, anzi dotata delle stesse caratteristiche di precisione della casa madre. Piuttosto rara, se in perfette condizioni può valere parecchio. Olivetti Studio 44 La studio dell'Olivetti degli anni Sessanta. Affidabilissima, robustissima, praticissima, elegantissima. Certo, non precisa come le Adler e le Hermes, ma vuoi mettere che la porti dappertutto, la tratti male, la dimentichi in soffitta eppure ti funziona sempre? Olivetti M20 La mitica macchina per scrivere italiana prodotta a partire dagli anni Venti (donde il nome), è l'antesignana della M40. La M20 è la prima macchina prodotta in grande serie dalla Olivetti, dopo la M1 di poco precedente che non era un capolavoro della meccanica. Era destinata a fare concorrenza ai prodotti americani, dei quali copia molte particolarità tecniche. Rarissima, se in buone condizioni può valere cifre elevate. Si può riparare? La macchinina per scrivere Olivetti Lettera 32 che il papà ha comprato quando era giovane e doveva fare i lavoretti per mantenersi agli studi è CADUTA! Chi è stato? Le indagini, come al solito, non portano ad individuare il colpevole, ma il fattaccio rimane... Abbiamo il caso di una macchina con la carrozzeria spezzata e piegata: assistiamo alle fasi della riparazione, del lavaggio della meccanica e a qualche sostituzione. Seguirà un lungo lavoro di messa a punto e la macchinina, pur recante cicatrici, riacquista le sue funzioni! Leggi QUI la cronaca della riparazione della Lettera 32 con la carrozzeria rotta. |
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