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Caccia grossa nel mantovano
20 febbraio 2009 - 28
agosto 2012
Ebbene,
sì. Anche noi mantovani abbiamo la possibilità di fare caccia grossa. E
questo periodo è quello giusto. Nella bassa mantovana i giovinotti più
coraggiosi amano TENTARE di cacciare uno sfuggente e feroce animale
che, inspiegabilmente, non è ancora stato classificato dai naturalisti.
Sarà per via del fatto che gli aitanti giovinotti NON ritornano mai con
la preda o scompaiono nel nulla. Molte famiglie piangono baldi giovani
usciti a caccia del PEDRUSS.
Il Pedruss è un grosso e feroce animale. Si dice che sia possente, di
aspetto e taglia maggiore del cinghiale, dotato di robuste zanne e
denti affilatissimi. Una sorta di corazza e una peluria fittissima e
disordinata ricopre l'intero corpo, dandogli un aspetto mostruoso e
minaccioso. Scaglie cornee sul dorso e sulla coda, artigli potenti e
dotati di unghie affilatissime. Vive lungo i fiumi e i canali e scava
tane profonde e ben nascoste, proprio al pelo dell'acqua stagnante. Ama
il freddo e le nebbie fittissime. Il mantovano è il suo habitat
naturale e probabilmente non esistono condizioni simili in nessun altro
posto della Terra. E' un animale tipico mantovano, e del tutto
sconosciuto al resto del mondo. Ve ne parlo per quello che so e vi
rendo edotti di tutto quello che ho raccolto, ascoltando i vecchi dei
paesi. I racconti sono piuttosto simili da paese a paese e ci sono
chiaramente molti riscontri da parte della gente popolana.
La
caccia al Pedruss si apre suppergiù nel pieno dell'inverno, quando il
freddo è... freddissimo, e l'umidità... umidissima. Quindi tra fine
dicembre e metà febbraio. Si parte in piena notte, nella notte dotata
di nebbia fittissima e di temperatura prossima o inferiore allo zero e
ci si prepara con un semplice armamentario: un sacco di iuta bagnato,
due verze freddissime. Il cacciatore dovrebbe essere da solo, poichè il
grosso animale è dotato di orecchie sensibilissime e ode i rumori più
sottili. Il cacciatore deve assolutamente non lasciarsi scoprire e non
deve lasciar sentire all'animale il calore del suo corpo. Per questo
motivo la caccia obbliga il coraggioso cacciatore a spogliarsi di
pastrani, calze e scarpe. Può tenere un cappellaccio calcato sugli
occhi. L'ambiente è quello della campagna più isolata nelle notti più
fredde e nebbiose; bisogna entrare a piedi nudi nei fossi delle
campagne, lontano dalle case e lontano dalle luci. Sulle spalle bisogna
tenere il sacco bagnato, che si bagna con l'acqua del fosso di tanto in
tanto, perchè rimanga freddissimo. Il cacciatore di Pedruss deve vagare
nei fossi e nei campi, per cercare la tana dell'animale, sempre ben
nascosta. Il cacciatore, mentre si aggira a piedi nudi nel fosso, deve
tenere in mano le due verze, tenendo le braccia bene distanti dal corpo
perchè non si scaldino. Le verze devono rimanere freddissime. Il
Pedruss è ghiotto di verze e quando ne sente l'odore esce dalla tana
e... probabilmente si distrae e NON mangia il cacciatore. Il
cacciatore, dal canto suo, appena vede la feroce e mostruosa bestia
uscire dalla tana e avventarglisi contro, deve lasciargli le verze e
acchiappare il sacco di iuta ben bagnato dalle spalle per aprirlo
fulmineamente e tentare di acchiapparla. La freddezza, intendo dire il
sangue freddo... intendo dire il coraggio del cacciatore, sta
nell'intrappolare il ferocissimo animale prima che finisca di mangiare
le verze, altrimenti esso potrebbe benissimo decidere di integrare lo
spuntino con un po' di proteine. La caccia al Pedruss è molto
pericolosa e fino a oggi non abbiamo un'immagine certa dell'animale, ma
solamente descrizioni dense di paura e molto sommarie, qualche foto
sfocata e disegni fatti con mani tremolanti. Ma è un fatto che molti
cacciatori non abbiano fatto ritorno e molti altri siano rimasti
traumatizzati e non vogliano mettere più piede nei campi di notte.
Il
Pedruss è l'animale maschio. La femmina viene detta "Goza" ed è
praticamente ugualmente feroce. Il piccolo si dice "Galpedar". Carino,
a quanto si dice, ma NON provate a toccarlo, perchè arrivano i genitori.
Dite che è una
storiella? Beh, pensatelo pure. Io NON cercherò MAI di sapere se è vera
o falsa.
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